Subito che io viddi discoperto cosí gran tradimento, ringraziai Iddio, essendo in lui posto ogni rimedio, e incontinente feci pigliare uno di quegli che ne era capo; il quale spontaneamente confessò che aveva deliberato e con molti, i quali egli nella sua confessione nominò, posto ordine d'uccidermi o di farmi prigione, e pigliar il governo delle provincie per Didaco Velazquez. E la verità era che egli aveva determinato di fare Didaco capitano e giudice maggiore e se stesso esecutor maggiore, e mi dovevano overo uccidere o veramente far prigione, e in questo si erano accordati molti, de' quali ne aveva fatto una lista che fu trovata nella sua casa, benché era squarciata, con alcuni di coloro ch'egli nominò, co' quali aveva fatto il trattato. E non solamente queste cose erano tutte trattate e consigliate nella città di Tessaico, ma le avevano già cominciate a trattare mentre attendevano a far guerra nella provincia di Tepeaca. Vista la sua confessione (egli era nominato Antonio da Villafagna, e per origine era da Zamora), e avendola un giudice e io per vera e provata, lo condennammo alla morte, e cosí fu esequita la giustizia nella persona di colui. E benché di questo ritrovassimo molti esser consapevoli, feci vista di non saperlo, portandomi con loro amichevolmente, percioché, appartenendo il caso a me, anzi meglio si potrebbe forse dire alla Maestà Vostra, non volsi proceder severamente contra di loro. Ma questa mia simulazione non molto giovò, conciosiaché dipoi alcuni dalla parte del detto Didaco Velazquez cercassero piú volte d'insidiarmi e secretamente far molte novità e scandali di modo che piú mi bisognava guardar da loro che da' nostri nemici.
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