Imperò, inteso da me il sudetto, e che Vostra Maestà non sapeva nulla di questo, e che fussero certi che, saputosi da lei i suoi servigi, ne conseguirebbono le grazie che meritano i buoni e leali vassalli che servono il re e signor suo, come essi hanno servito, si acquetorno; e per la grazia che la Maestà Vostra s'è degnata farmi delle sue reali provisioni son rimasi tanto contenti, e servono con tanta affezione, quanto ne è testimonio il frutto de' lor servigi, per li quali meritano che a lei piaccia far premiarli sí del passato come del presente, e per il buon animo di tutti in servirla. Io quanto a me la supplico di questo umilissimamente, ch'io non riceverò per minor grazia quella che si degnerà far Vostra Maestà a qualunque di loro che si facesse a me proprio, posciaché io non l'averei potuto servir senza loro come io l'ho servita. Io la supplico sopra tutto molto umilmente che ella faccia scrivergli, con riconoscer in servizio i loro travagli e offerirgli per tanto gratitudine, che, oltre a sodisfar con questo al debito di Vostra Maestà, vien a dargli animo d'affaticarsi da qui inanzi con piú fervente affezione.
Come il Cortese, avisato che l'armiraglio don Diego Colon, Diego Velasco e Francesco de Garai s'erano congiunti nell'isola Cuba come nemici per danneggiarlo, con quarantamila uomini e assaltogli, gli ruppe e mise in fuga. Come quei di là dal fiume assaltorono il campo del Cortese, e furono rotti e incalzati piú d'una lega. Come trovò gran numero di genti in agguato e combatterono fieramente, e rotti tre o quattro volte si rimisero, pur furono rotti.
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