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      Per satisfar adunque costoro e per far abitar quella regione, e per trovarmi aver ancor piú gente, disegnai mandar un capitano con certi compagni a quel fiume; il qual sendo a punto per partirsi, seppi per un navilio venuto dall'isola di Cuba come l'armiraglio don Diego Colon e gli adelantadi Diego Velasco e Francesco de Garai s'erano congiunti nella medesima isola e collegatisi, per entrar di là come miei nemici a danneggiarmi il piú che potessino. Imperò, per non lasciargli conseguire tanto mal animo, io mi deliberai, lasciando in questa città la miglior provisione che potetti, d'andar in persona, accioché, in caso ch'eglino o alcun di loro vi venisse, s'incontrassero piú presto in me che in verun altro, perché io potrei meglio schivar il danno.
      Partii dunque con centoventi cavalli e con trecento fanti e qualche pezzo d'artigliaria, e circa quarantamila uomini da guerra di questa città e de' convicini. Arrivato a' confini della region loro, 25 leghe di qua dal fiume, in luogo grande abitato detto Aintuscotaclan, mi assaltò marciando molta gente da guerra, con la qual combattemmo. Laonde, sí per aver io tanta gente d'amici quanti essi erano in tutto, come per trovarmi in pianura atta a cavalleria non durò molto la battaglia, e, benché mi ferirno alcuni cavalli e Spagnuoli e vi restar morti de' nostri amici, essi n'ebbero la peggiore, perché molti di loro vi morirono e molti n'andarono in fuga. Io mi trattenni due dí in quel luogo, sí per medicar i feriti, come per esser venuti ancora là da me quei che erano venuti qua ad offerirsi vassalli di Vostra Maestà, e mi seguitorno di là fin ch'io arrivai al porto, e dal porto in là, servendo in tutto quel che potevano.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





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