Pagina (346/1486)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Passai ancor io, con lasciar nell'alloggiamento del mio campo buona provisione. Sentiti che ci ebbero dalla banda loro, ne vennero contra con molta gente e ci dettero dentro con tanta gagliardia che, dapoi ch'io sono in queste bande, non ho ancor veduto dar l'assalto in campagna cosí resoluto come quei dettero: nel quale assalto ci ammazzarono due cavalli, e ne ferirono piú di dieci tanto malamente che non poterono servir per quella giornata. Con l'aiuto di Dio li rompemmo, con incalzarli piú d'una lega, con morte di molti, e io con trenta cavalli che mi erano restati e con cento fanti seguitai la vittoria, e dormii la notte in un luogo che ritrovai disabitato, tre leghe discosto dal mio campo. Quivi si trovarono nelle moschee di molte cose tolte a' Spagnuoli che ammazzarono di Francesco de Garay.
      Cominciai il giorno seguente a caminare a canto ad una palude, per trovare innanzi il guado da passarla, parendomi trovarsi della gente e luoghi abitati dall'altra parte: e camminai tutto 'l giorno, non vi trovando guado né fine. E sendo già l'ora di vespro, se ne scoperse a vista un bel luogo abitato, verso il quale prendemmo il viaggio, tuttavia a canto ad essa palude, dove accostandoci in sul tardi non vi pareva gente; dove, per piú assicurarmi, mandai dieci cavalli ch'entrassero nell'abitato, e con altri dieci mi vi posi su un canto per di fuori verso la palude, non essendo per anco arrivata la retroguardia degli altri dieci. Entrando nell'abitato, si scoperse gran quantità di gente, messasi in aguato dentro alle case per pigliarne sproveduti, la qual combatté sí fieramente che ci ammazzarono un cavallo e ferirono quasi tutti gli altri, insieme con molti Spagnuoli.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





Dio Spagnuoli Francesco Garay Spagnuoli