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      Poiché tal lettera del capo maggior di giustizia fu letta da Francesco di Garai, egli l'andò a trovare, e fu da lui ben ricevuto, e provistoli con tutta la sua gente di tutto quel che lor era necessario. E ragionatosi fra loro in quel congresso, vedute le nostre patenti e provisioni, e veduta la cedola di che Vostra Maestà m'aveva fatto grazia, l'adelantado la ubidí, sendone cosí richiesto dal capo maggior di giustizia, e disse ch'egli era apparecchiato ad adempirla e che per tal adempimento voler ritirarsi a' suoi navili con la gente sua, per girsene ad abitar altro paese fuor del compreso in essa cedola di Vostra Maestà; e poiché l'intenzione mia era di favorirlo, ch'ei lo pregava a farli raccor tutta la sua gente, peroché molti di que' ch'avea condotti voleano restarsi e altri se n'erano andati, e gli facesse proveder di vettovaglie, delle quali egli avea bisogno per li navili e per la gente. Il che tutto fu fatto dal capo maggior di giustizia, come gli aveano comandato. E andò incontinente il bando in quel porto, dove erano piú la gente d'ambe le parti, che tutte le persone venute con l'armata di Francesco di Garai lo seguitassero e mettessersi in compagnia di lui, sotto pena al contrafattore, s'egli fusse a cavallo, di perder l'arme e 'l cavallo ed esser messo in prigione, e al fante a piedi d'aver cento frustate e star similmente in prigione. Domandò in oltre l'adelantado ad esso capo maggior di giustizia che, avendo vendute alcuni de' suoi l'arme e cavalli nel porto di S. Stefano e in quel dove erano e altrove in quel contorno, se gli facessero restituire, perché senza tali arme e cavalli non si potrebbe servire della sua gente.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





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