E perché i communi delle terre di questa Nuova Spagna e io mandammo a supplicarla, per li detti procuratori Antonio di Quignones e Alfonso d'Avila, che facesse proveder loro di vescovi e d'altri prelati per l'administrazioni degli ufficii e culto divino, e ci parve allora che cosí convenisse, e consideratosi ora bene, mi è parso che Vostra Maestà ci debba proveder d'altra maniera, a fine che costoro di qua si convertino e possino esser instrutti nelle cose della nostra santa fede. E tal maniera da tener in questo caso a me par che sia ch'ella, com'io ho detto, faccia venir a queste bande molte persone religiose e grandemente gelose del fine della conversione di questa gente, e di lor si faccino conventi e monasteri, per le provincie che a noi parranno convenienti, e si diano lor le decime per fabricar e sustentarsi la vita, e l'avanzo di loro sia per le chiese e per ornamento de' luoghi dove abiteranno Spagnuoli, e per servire in quelle de' sacerdoti. E queste decime si ricuperino da' ministri di Vostra Maestà, i quali ne tenghino conto e ne provegghino ad essi monasteri e chiese, che basterà per tutti, e ne avanzerà anche assai, da servirsene la Maestà Vostra; e che ella supplichi sua Santità che le conceda le decime di questi paesi per questo effetto, facendole a sapere il servizio che si fa a nostro Signor Dio in convertir questa gente, il che non può farsi se non per questa via, però che, sendoci vescovi e altri prelati, ei non cesserebbono dal costume che osservano oggidí per i peccati nostri in disporre de' beni ecclesiastici, con lo spendergli in pompe e altri vizii e in lasciar patrimoni a' lor figliuoli e a' parenti.
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