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      E ci sarebbe anco altro maggior male, che, dove queste genti al tempo suo avevano persone religiose, quali attendevano alli riti e cerimonie del paese, ed erano tanto ben composte d'onestà e castitade che, se si sentiva in qualcheduno cosa aliena da questo, n'era punito con pena di morte, se ci vedessero le cose della chiesa e del servizio di Dio in poter de' canonici e d'altre dignitati, e sapessero ch'ei fussero ministri di Dio, e gli vedessero usar gli vizii e profanerie che or a' tempi nostri usano in cotesti regni, sarebbe un disprezzar la fede nostra e tenerla come da burla, e di tanto gran danno ch'io credo che non gioveria predica alcuna che lor si facesse.
      E poi ch'egli è di tanto momento, e l'intento principal di Vostra Maestà è e deve essere che queste genti si convertino, e noi residenti qua a suo real nome dobbiamo eseguirlo e averne sopra ogni altra cosa cura, come cristiani, ho voluto avisarnela e dirgliene il parer mio: il qual io la supplico ad accettar come di suo suddito e vassallo, che, sí come io m'affatico e m'affaticherò con le forze del corpo che li regni e stati suoi fra queste nazioni s'amplifichino, e vi si dilati la sua real fama e poter grande, io non desidero meno, né m'affaticherò meno con l'anima, a fine che Vostra Altezza faccia seminar fra loro la nostra fede santa, accioché ella meriti per questo la felicità di vita eterna. E perché al dar gli ordini, al benedir le chiese e far li sacramenti e altre cose, non sendo qua li vescovi, saria difficile andarne a cercar provisione altrove, Vostra Maestà dee medesimamente supplicar sua Santità che dia sue facultà di subdelegati in queste regioni a due principali persone religiose che ci verranno, l'uno dell'ordine di S. Francesco e l'altro dell'ordine di S. Domenico; e sieno le facultà piú copiose ch'ella potrà impetrare, perché, per esser queste regioni tanto remote dalla chiesa di Roma, e noi cristiani che ci stiamo e quei che ci staranno tanto lontani da' rimedi per le conscienze nostre, e tanto soggetti a' peccati, come umani, gli è necessario che sua Santità stenda le mani con noi altri in questo, in dare ample facultadi a tai persone, e concedere che ancor l'abbino coloro che succederanno qua residenti, quai saranno o il general o il provincial di ciascuno di questi ordini in questi paesi.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





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