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      In questo giorno furono ammazzati e presi molti di questi popoli, tra' quali erano assai capitani e signori e persone segnalate.
      I signori di questa città, quando ebbero inteso la sconfitta della lor gente, s'accordarono con tutto il paese e, convocate altre provincie a questo effetto, diedero ostaggi a' suoi nemici, i quali tutti disposero di unirsi con loro per ammazzarci, e conclusero di mandarci a dire come di nuovo davano obedienzia all'imperatore nostro signore, e ch'io andassi in Vilatan città, dove poi mi condussero con animo d'alloggiarmivi, e poi una notte appiccar fuoco nella città e arderci tutti senza che potessimo defenderci. E averebbono mandato ad effetto il loro mal proposito, se non che Iddio nostro Signore non permesse ch'avessino vittoria sopra di noi, perché la città è fortissima, e ha solamente due intrate, l'una di trenta e piú gradi di pietra molto alta, e dall'altra parte una strada fatta a mano e lastricata, la qual era tagliata in piú parti: e volevano finir di tagliarla quella notte, perché niuno cavallo vi potesse passare: e perché la città è molto spessa di case e ha le vie strettissime, non potevamo a modo alcuno far difesa di non arderci o precipitarci dalle balze. Poiché vi fummo entrati e ch'io mi vidi nella città, che era fortissima e che non potevamo prevalerci dei cavalli, per esser le vie tanto strette e torte, determinai di uscirmene al piano, benché quei signori mi dissuadevano, dicendo che io mi assettassi a mangiare, e che dipoi mi potrei partire: ma questo facevano per aver tempo di condur ad effetto la loro mala intenzione.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





Vilatan Iddio