Ma io, vedendo in quanto pericolo stavamo, mandai subito a pigliar la via lastricata e il ponte per ridurmi nel piano, la qual via stava in tal termine che appena vi poteva montar un cavallo; ed era d'intorno la città molta gente armata, i quali, poiché mi videro uscito al piano, si ritirarono, ma non già tanto che io non ricevessi danno da quelli. Ma io dissimulavo il tutto per pigliar i signori, che già s'erano assentati, e con destrezza ch'io usai e doni che gli feci per assicurarli io li presi, e tenevoli prigioni nella mia stanza: ma non per ciò si rimanevano i suoi di combattermi d'intorno, ferendo e uccidendo molti de' miei Indiani che andavano per erba; e ad un Spagnuolo, cogliendo erba lontano un tiro di balestra dal campo, sopra un alto, tirarono d'una gran saetta e l'uccisero. Ed è tanto forte il paese, per li molti dirupi che vi sono, i quali hanno cento pertiche di fondo, che non potemmo per tali rotture venir con loro alle mani, né castigarli come era il lor merito. Ma vedendo che col scorrere per il paese e ardendolo potevo ritirarli al servizio di sua Maestà, determinai di arder i signori, i quali dovendo esser arsi dissero (come si vede per le loro confessioni) che essi facevano far la guerra contra di noi, e qual ordine doveano tenere per ardermi nella città, dove m'aveano condotto con tal pensiero, e che avevano comandato ai loro vassalli che non venissero a dar obedienzia all'imperatore signor nostro, che non gli servissero, né facessero per noi altra opera buona.
| |
Indiani Spagnuolo Maestà
|