Circa la terra, fo saper a Vostra Signoria che essa è temperata, sana, e da gente robusta abitata. Questa città è ben fatta a maraviglia, ha lunghi terreni da seminarvi e assai gente soggetta, tutti i quali popoli a quella soggetti e i popoli convicini lascio sottoposti al giogo e al servizio della real corona di sua Maestà. In questo villaggio è una montagna d'alume, una di vetriolo e un'altra di zolfo, il miglior che sin ad ora sia stato ritrovato, e che, con un pezzo che mi fu portato, senza affinarlo né farvi altro, ne cavai diciasette libre di polvere molto buona. E perché mandai Argueta e lui non volse aspettare, non mando a Vostra Signoria cinquanta some d'esso, ma gliele manderò al suo tempo, in quel modo e per chi meglio si potrà.
Lunedí agli undeci d'aprile mi parto di qua per andar a Guatemala città, dove penso fermarmi, perché un villaggio posto in acqua, nominato Aticlan, ha guerra con noi e mi ha morto quattro messi. Io penso, con l'aiuto del nostro Signore, di ridurla tosto al servizio di sua Maestà, perché, per quanto mi sono informato, ho assai da fare piú avanti; per ciò mi piglierò fretta a caminare per poter invernare cinquanta o cento leghe oltra Guatemala, dove mi dicono, e s'intende dagli uomini di questo paese, che di là avanti sono maravigliosi e larghi edificii e città molto grandi. Parimente mi hanno detto che cinque giornate oltre una città molto grande, che è lontana di qua venti giornate, si finisce il villaggio di questa regione, e cosí mi affermano: il che se è cosí, tengo certissimo che ivi sia lo stretto.
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