Io gli accettai benignamente, com'era il dovere, e dissi che in nome di sua Maestà li darei favore e aiuto. Allora mi fecero sapere come un altro villaggio, nominato Yzcuititepeche, posti assai infra terra, non li lasciava venir a dar obedienzia a sua Maestà, e che non solamente impediva loro, ma che ad alcune provincie che sono in quel paese, e di buona mente verso gli Spagnuoli, che vorrebbono venire a far amicizia con loro, vietavano il passo, dicendogli dove andavano e che erano pazzi, ma che mi lasciassero andar là, essi tutti guerreggiarebbono meco. Quando fui certo esser cosí il vero, mosso dal desiderio di satisfare a quelle provincie e a' signori di questa città di Guatemala, mi parti' con tutta la mia gente da piedi e da cavallo, e per tre giorni dormi' in luogo disabitato. La mattina del quarto giorno, entrando nel territorio di quel villaggio, che è tutta piena d'alberi molto spessi, vi trovai le strade tutte serrate e molto strette, sí che vi erano solamente sentieri, perché non contrattava questo villaggio con persona alcuna, né aveva strada aperta; perciò, non vi potendo combattere i cavalli per i molti pantani e boscaglie del monte, mandai avanti i balestrieri. Ma, perché pioveva sconciamente, l'acqua era tanta che le loro guardie e scolte si ritirarono al villaggio, e, non pensando ch'io giugnessi quel giorno sopra di loro, stracurorono le guardie, né seppero della mia venuta finché mi ritrovai con loro nel villaggio: e quando v'entrai, trovai i soldati che stavano tutti al coperto per fuggir la pioggia.
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Maestà Yzcuititepeche Maestà Spagnuoli Guatemala
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