Allora giunse Gonzalo d'Alvarado con quaranta a cavallo, ch'avea l'artegliaria; ma perch'io stavo ancor male della ferita, si stette in ordinanza sinché giungemmo tutti. Cosí raccolta la gente, io montai sopra un cavallo al meglio che puoti, per dar ordine come si dovesse dar lo assalto, e vidi come i nemici erano un corpo di gente da guerra in ordinanza: e mandai Gomez d'Alvarado che da mano sinistra dovesse dar l'assalto con venti cavalli, Gonzalo d'Alvarado da man destra con trenta cavalli, e che Giorgio d'Alvarado con il resto della gente assaltasse i nemici, i quali veduti da lontano mettevano spavento, perché la maggior parte aveva lancie lunghe trenta palmi tutte ritte. Io mi posi in un colle per veder come andasse la battaglia, e vidi come tutti gli Spagnuoli giunsero ad un tiro di dardo vicini agli Indiani, ed essi Indiani non fuggivano, benché fussero assaliti da' Spagnuoli, sí che rimasi stupito che gli Indiani fussero stati tanto arditi d'aspettarli. Gli Spagnuoli non aveano dato l'assalto, pensando che un prato qual era tra loro e gli Indiani fusse pantano; ma, quando viddero come era sodo e fermo, entrarono tra gli Indiani e, avendoli rotti, li perseguitarono per li luoghi abitati piú d'una lega, e fecesi di loro grande uccisione. I popoli piú avanti, quando viddero di non poter resistere, determinarono di levarsi e lasciarci i villaggi.
Stetti in questo villaggio due giorni a goder e ristorar la gente, dapoi mi parti' per andar a Miguaclan, i cui abitatori, sí come gli altri, fuggirono al monte.
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