Parimente V.S. mi scrivea che uno Indiano venuto a Vostra Signoria avea detto come io avevo dimandato oro a Luigi Marino: V.S. mi comandò che non gliene dimandasse, e io cosí gli ho detto. Dissi al cacique quanto si conteneva nella lettera, il quale si sbigottí, e rispose che l'Indiano non sapeva quello che si dicesse. Il signor mi disse ch'aveva raccolto moneta di metalli mescolati per darla a Vostra Signoria, ma che non voleva mandarla finché io non vedesse, e per servirvi lasciai di passar oltra 'l fiume per vederla e spedirla. Il giorno dopo san Giovanni anderò là, e la manderò ad Horrera di Tustebeque, e la maggior copia d'accette che io potrò: gli Indiani ne hanno alcune, e sono traportate dalli suoi villaggi ad Uluta e Titiquipaque. Io ne dimandai al cacique e a Cristoval, e mi dissero di non ne avere. Ed è generale opinione che l'avessino preso di quest'anno, che Giovanni Limpias disse publicamente come gli Indiani suoi dicevano che Marino, quando venne, avea posto un tributo o gravezza a tutti li villaggi di Spagnuoli e a ciascuna casa di quaranta mandorle al giorno, e che egli avea detto che non dessero a noi oro né metallo mescolato, ma solamente da mangiare, perché stavamo qua solo per guardar questo fiume, perché l'oro era per Vostra Signoria e il metallo mescolato per Marino. Ed è vero che Giovanni di Limpias disse questo piú volte, presente di me e del luogotenente e di molti altri.
Gli schiavi ch'io condusse di V.S., che sono 34, perché sono donne e fanciulli, se si conducessero alla città morirebbono tutti per cammino.
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