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      Ne' paesi caldi che sono vicini al mare, portano le donne una foggia di velo fatto a reticello, di colore leonato.
     
     
      La seta con che lavorano.
     
      La seta con che lavorano è che pigliano i peli della pancia del lepre e conigli e gli tingono in lana di quel colore vogliono, e glielo danno in tanta perfezione che non si può dimandare meglio; dopo lo filano e con esso lavorano, e fanno sí gentili lavori quasi come con la nostra seta, e ancora che si lavi mai perde il suo colore, e il lavoro che si fa con essi dura gran tempo.
     
     
      I cibi che hanno e che usano.
     
      Il grano di che fanno il pane è un grano a guisa di cece, alcuni bianchi e altri rossi, e altri neri e vermigli; lo seminano, e fa una canna alta come una mezza lancia, e butta due o tre panocchie, dove è quel grano a guisa di panico. Il modo con che fanno il pane è che mettono una pignatta grande sopra il fuoco, che tiene quattro o cinque cantara d'acqua, e gli accendono sotto il fuoco, fin che bolla l'acqua, e allora gli lievano il fuoco e dentro vi gettano il grano, che da loro si chiama tayul, e sopra esso gettano poi un poco di calcina perché gli lievi la scorza che lo copre; e l'altro giorno, overo de lí a tre o quattro ore, che si è raffreddato, lo lavano molto bene al fiume o in casa con molte acque, onde resta molto netto della calcina, e doppo lo macinano con certe pietre fatte a posta, e, secondo che lo vengono macinando, gli vengono gettando l'acqua e si va facendo pasta: e cosí in un punto macinandolo e impastandolo fanno il pane, e cuoconlo in certe cose come tecchie grandi, poco maggiori che un crivello.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486