E quando lo vogliono bevere, lo rivoltano con certi cucchiari piccioli d'oro o d'argento o di legno e lo bevono: e nel bever si ha da aprir ben la bocca, perché, essendo spuma, è necessario di darli luogo che la si venga disfacendo e mandando giú a poco a poco. È questa bevanda la piú sana cosa e della maggior sustanza di quanti cibi si mangiano e bevanda che si beva al mondo, perché colui che beve una tazza di questo liquore potrà, quantunque camini, passarsene tutto il dí senza mangiare altro; ed è meglio al tempo del caldo che del freddo, per esser di sua natura fredda.
Un'altra sorte di vino che hanno.
Vi sono certi alberi, overo fra alberi e cardi, che hanno le foglie grosse come il ginocchio e lunghe quanto un braccio, poco piú o meno secondo il tempo che hanno, e gettano nel mezzo un tronco che si fa cosí alto come sono due o tre altezze d'uomo, poco piú o manco, e cosí grosso come un fanciullo di sei o sette anni. E in certo tempo dell'anno, che è maturo e ha la sua stagione, con una trivella forano questo albero da basso, d'onde stilla un umore, che lo mettono in conserva in certe scorze d'alberi che hanno: e de lí ad un dí o due lo beono, cosí smisuratamente che finché cadono in terra embriachi senza sentimento non lasciano di bere, e si reputano onore grande beverne assai ed embriacarsi. Ed è di tanta utilità questo albero che d'esso fanno vino e aceto, mele, sapa, fanno veste per vestirsi uomini e donne, ne fanno scarpe, ne fanno corde, legnami per case e tegole per coprirle, e aghi per cucire e serrare le ferite e altre cose.
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