Lasciava oltre a ciò il governatore nella costa di Lassarte il capitan Alvaro della Cerda, con un navilio che esso governatore avea quivi comprato, e con esso lasciò quaranta uomini e 12 altri a cavallo. Due giorni dipoi che il governatore arrivò da noi, c'imbarcammo, ed eravamo in tutto 400 uomini e ottanta cavalli sopra quattro navilii e un brigantino. Il pilotto che di nuovo avevamo preso mise i navilii per le seccagne che dicono di Canarreo, in modo che il dí seguente ci trovammo in secco, e cosí stemmo cinque giorni, toccando molte volte il fondo de' navilii in secco. In fine di quei cinque giorni, una fortuna di ostro spinse tant'acqua nelle seccagne che noi potemmo uscire, ancorché non senza molto pericolo. Partiti di quivi, arrivammo a Guaniguanico, dove ne assalse un'altra tempesta cosí fiera che stemmo a gran pericolo di perderci; al capo di Corrientes n'avemmo un'altra, dove stemmo tre giorni. E passati questi intorniamo il capo di Santo Antonio, e con tempo contrario andammo, finché arrivammo dodeci leghe vicine alla Havana; e stando il dí seguente per entrarvi, ci prese un tempo d'ostro che ci allungò dalla terra, e attraversammo per la costa di Florida, e arrivammo a' 12 d'aprile alla terra Martes. Cosí costeggiando la via di Florida, il giovedí santo surgemmo nella medesima costa, nella bocca d'una spiaggia, in capo della quale vedemmo alcune case e abitazioni degl'Indi.
In quel giorno medesimo uscí di nave il contator Alonso Enriquez, e si mise in una isola che è nella medesima spiaggia, e chiamò di quegli Indi, i quali vennero e stettero con esso noi buona pezza, e per via di riscatto gli diedero pesce e alcuni pezzi di carne di cervio.
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