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      La somma di tutti quei che vennero fu di trecento uomini in tutto, tra li quali era il commissario fra Giovanni Sciuarez, e un altro frate che si chiamava fra Giovanni de Palis, e tre cherici e gli ufficiali; a cavallo noi eravamo 40. E cosí, con quella provisione che avevamo portato, andammo 15 giorni senza trovare altra cosa da mangiare, fuor che palmizi alla guisa di quei dell'Andaluzia. In tutto questo tempo non trovammo Indiano alcuno, né vedemmo casa né luogo abitato, e alla fine trovammo un fiume, il qual passammo con molto travaglio notando e con zattere, e stemmo un giorno a passarlo, perché correva con molta furia. Passati dall'altra riva del fiume, ci vennero incontra da dugento Indiani, e il governatore nostro si fece avanti e, dopo l'aver parlato loro per segni, essi ci fecero all'incontro tai segni che ci attaccammo con esso loro, prendendone cinque o sei, i quali ci menarono alle lor case, ch'erano vicine da mezza lega: e quivi trovammo gran quantità di maiz che stava già da potersi cogliere, onde rendemmo infinite grazie a nostro Signore Iddio che ci avesse soccorso in cosí estrema necessità, percioché veramente, essendo noi ancor nuovi nei travagli, oltra alla stanchezza che allora avevamo de' corpi, eravamo ancor molto sbattuti dalla fame. Il terzo giorno dipoi che quivi eravamo arrivati, fumo insieme il contatore, il riveditore, il commissario e io, e pregammo il governatore che mandasse alcuni a cercar in mare, per veder se trovassimo porto, perché quegli Indi dicevano che il mare non era molto lontano di quivi.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





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