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      Domandammo loro del paese che era verso il sur, che popolo e mantenimenti tenesse, e ci risposero che, di quivi andando verso il mare, a nove giornate era un popolo che si chiamava Aute, e che gl'Indi di quel luogo aveano molto maiz, e che vi erano fagioli, che sono simili a li nostri cesari, e zucche, e che per esser cosí vicini al mare vi si trovava del pesce, e ch'erano amici loro. Noi, veduta la povertà del paese e come fosse mal popolato, e intesa la mala relazione che ce ne davano, e che quegl'Indi ci faceano guerra ferendoci le persone e i cavalli ne' luoghi ove andavamo a pigliare acqua, stando essi di là dalle lacune e tanto al sicuro che non gli potevamo offendere, ed essi ci frezzavano, e ammazzarono un signor di Dezaico che si chiamava don Pietro, il quale il commissario menava seco, ci accordammo finalmente di partirci de lí, e andare a cercare il mare e quel popolo d'Aute che coloro ci dicevano: e cosí ci partimmo, in capo di XXV giorni che quivi eravamo arrivati.
      Il primo giorno passammo quelle lacune e tristi passi senza veder Indiano alcuno, ma il secondo dí ci venner sopra ad una lacuna di molto tristo passo, che l'acqua ci dava fino al petto e vi erano molti arbori caduti: ed essendo noi in mezo a quella gl'Indi ci assalirono, essendosi essi nascosti dietro degli arbori perché non gli vedessimo, e altri n'erano sopra gli arbori caduti, e cominciaronci a frezzare in modo che ci ferirono molti uomini e cavalli, e ci tolsero la guida che menavamo: e questo fecero prima che noi uscissimo delle lacune.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





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