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      Dipoi, essendone usciti, ci furono appresso perseguitandoci per impedirne il passo, in modo che non ci giovava di spinger loro avanti, né di farci forti e voler combattere con esso loro, perché essi subito si ficcavano nelle lacune e quindi ci ferivano i cavalli e gli uomini. Il che vedendo, il governatore comandň che quegli a cavallo scendessero e gli assalissero a pič, e cosí fecero, e il contatore scavalcň con essi, e assalitoli li posero tutti in fuga, e se ne entrarono in una lacuna: e cosí guadagnammo loro il passo. In quella mischia rimasero feriti alcuni de' nostri, che lor non valsero le buone arme che portavano, e vi furono di quei che giurarono d'aver veduto duoi roveri, grossi ciascuno come la gamba, che erano dalle frezze di quegl'Indi stati passati da banda a banda; il che perciň non č cosa da maravigliarsene, vista la forza con che le mandano, e io medesimo viddi una frezza in un pič d'un alamo, che vi entrava dentro un sommesso. Quanti Indiani noi vedemmo dalla Florida insino a quel luogo, tutti sono arcieri, ed essendo alti di corpo e andando ignudi, paiono a vederli di lontano tanti giganti. Sono gente maravigliosamente ben disposti, molto asciutti e di molta forza e leggierezza. Gli archi che usano sono grossi come il braccio, d'undeci e dodeci palmi, e tirano lontano dugento passi, e cosí di mira e giusto che non tirano mai in fallo.
      Passato che avemmo questo passo, indi ad una lega arrivammo ad un'altra lacuna della medesima sorte, se non che, per esser lunga da meza lega, era molto peggior che la prima: questa passammo noi liberamente e senza disturbo d'Indiani, percioché, avendo essi spesa tutta la munizione delle frezze loro in quel primo assalto, non ne erano rimase loro da poterci assalir di nuovo.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





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