La cura che lor fanno i medici è dare alcuni tagli dove tiene il male o dolore, e lo succhiano attorno; danno cauterii di fuoco, che tra loro è tenuta cosa molto utile, e io lo provai e me ne succedette bene; doppo questo soffiano in quel luogo che duole, e con questo credono che se gli levi il male. Il modo col quale noi li curavamo era benedirli e soffiarli, e dire un Paternostro e un'Ave Maria, e pregare come potevamo il meglio nostro Signor Iddio, che lor desse la sanità e mettessegli in cuore di farci qualche buon trattamento. Piacque alla sua misericordia che tutti quei per chi noi pregavamo, subito che gli avevamo benedetti e santificati, dicevano agli altri che stavano sani e bene, e per questo ci faceano molto buon trattamento, e lasciavano di mangiare essi per darne a noi, e ci davano pelle e altre cosette. Fu tanto grande la fame in quel luogo che molte volte io stetti tre giorni che non mangiai cosa alcuna, e cosí stavano ancor essi, e mi pareva impossibile di poter vivere, benché in molta maggior fame e necessità mi trovai dipoi, come dirò appresso.
Gl'Indi che teneano Alonso del Castiglio e Andrea Dorante e quegli altri che erano rimasi vivi, essendo d'altra lingua e d'altro parentado, se ne passarono ad altra parte di terra ferma a mangiar ostriche, e quivi stettero insino al primo dí d'aprile, e subito poi se ne ritornarono all'isola, che era vicina fino a due leghe per lo piú largo dell'acqua: e l'isola tiene meza lega di traverso e cinque di lungo. Tutta la gente di quel paese va ignuda, e solamente le donne portano coperte alcune parti de' corpi loro con certa lana che colgono da certi arbori, e le donzelle si cuoprono con cuoi di salvadigine.
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Paternostro Ave Maria Signor Iddio Alonso Castiglio Andrea Dorante
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