Il principal traffico mio erano pezzi di cochiglie di mare e di lor cuori e conche, con le quali essi tagliavano un certo frutto, che è come fasuoli, col quale si curano e fanno i balli e le feste loro, e questa è la cosa di piú prezzo che sia tra loro, e corone di mare e altre cose tali: e questo era quello che io portavo dentro terra. In cambio poi portavo cuoi e almagra, con la quale essi si ungono e tingonsi il volto e i capelli; portavo pietre focate per far punte di frezze, e colla e canne sode per farle, e alcuni fiocchi che si fanno di peli di cervo, che le tingono e rimangono colorite. E questo ufficio a me s'affaceva molto, perché io avevo libertà di andar dove volevo e non ero obligato a far cosa alcuna e non ero schiavo, e ovunque andavo m'era fatto buon portamento e mi davano da mangiare per rispetto delle mie mercatanzie; ma quello che piú m'importava era che, cosí andando, io cercavo e vedevo per dove me ne potesse andar avanti. E tra loro ero molto conosciuto e avevano gran piacer di vedermi, e io portavo loro quello di che aveano bisogno, e que' che non mi conosceano mi desideravano e procuravano di conoscermi, per la fama che tra loro io avevo. Saria cosa lunga il narrare i travagli che in questo tempo io passai, sí per li pericoli come per la fame e per le fortune e freddo che molte volte mi sopravennero alla campagna, ed essendo io solo, onde pure io per gran misericordia di Dio scampai; e per questi rispetti io non facevo tale ufficio il verno, per esser tempo che essi medesimi, stando nelle lor capanne, non potevano valersi né muoversi.
| |
Dio
|