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      Domandammoli come stavano i vicini; ci risposero che molto mal trattati, perché i fanciulli e altri Indi che sono tra loro sono molto fastidiosi e di mala condizione, davano lor molti sorgozzoni e buffetti e bastonate, e che questa era la vita che con esso loro teneano. Volemmo informarci della terra avanti e del sostentamento da vivere che vi era, e ci risposero che era molto povera di gente e che non vi era che mangiare, e morivano di freddo perché non avevano pelli né cosa con che coprirsi; e ci dissero ancora che, se noi volevamo vedere que' tre cristiani, de lí a due giorni gl'Indi che li teneano verrebbono a mangiar noci una lega di quivi, alla riviera di quel fiume. E perché vedessimo che quello che ci avevano detto del mal trattamento degli altri era vero, stando noi cosí con essi, diedero al compagno mio buffetti e bastonate, e io non rimasi senza la mia parte, e di molti pezzi di luto che ci tiravano; e ogni giorno ci mettevano le frezze al petto sopra il cuore, dicendo che ci volevano ammazzare come gli altri nostri compagni. E temendo questo, Lope de Oviedo mio compagno mi disse che voleva ritornarsene, con alcune donne di quegl'Indi coi quali avevano passato il golfo, le quali erano alquanto adietro: io contesi molto seco che non lo facesse, ma per niuna via lo potei ritenere, e cosí se ne ritornò, e io rimasi solo con quegl'Indi, i quali si chiamavano Quevenes, e quei con chi Lope se n'andò si chiamavano Deaguanes.
      Duoi giorni dapoi che Lope d'Oviedo se ne fu andato, gl'Indi che tenevano Alonso del Castiglio e Andrea Dorante vennero al luogo che quegli altri ci aveano detto a mangiar di quelle noci, delle quali si mantengono, macinando alcuni granelli con esse, duoi mesi dell'anno senza mangiar altra cosa.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





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