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      Le case loro sono di stuore poste sopra quattro archi, e le levano, e mutansi ogni due o tre giorni per cercar da mangiare: niuna cosa seminano da poterne aver frutto. È gente molto allegra, e per la molta fame che hanno non lasciano di ballare e di far le lor feste; il miglior tempo che costoro hanno è quando mangiano le tune, perché allora non hanno fame, e tutto il tempo passano in balli, e ne mangiano notte e giorno tutto il tempo che ne hanno. Le stringono e aprono e le pongon a seccare, e cosí secche le mettono in alcune serte, come fichi, e le serbano per mangiare per camino quando se ne tornano, e le scorze loro seccano e ne fanno polvere.
      Molte volte, stando noi con costoro, ci avenne di star quattro giorni senza mangiare perché non ve n'era, ed essi, per farci stare allegri, ci dicevano che non stessimo di mala voglia, che presto averemmo tune e ne mangeremmo molte e beveremmo del succo loro, ed empiremmo molto bene il ventre, e staremmo molto allegri e contenti e senza fame alcuna: e quando ci diceano questo, insino al tempo delle tune vi erano cinque e sei mesi. E quando fu il tempo andammo a mangiar le tune, e per camino trovammo molti moscioni di tre sorte, che sono molto tristi, noiosi, e tutto il rimanente della state ci davano molta fatica. E per difenderci da loro faceamo fuoghi di legne marcie e molli, perché non ardessero, ma facessero fumo: ma questa difesa ci dava altro travaglio, perché in tutta la notte non facevamo se non piangere dal fumo che ci dava negli occhi, e oltre a ciò il gran calore che i molti fuoghi ci davano; e uscivamo a dormire alla costa, e se alcuna volta potevamo dormire, essi ci ricordavano a bastonate il tornare a far ardere i fuoghi.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486