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      In capo di cinque giorni arrivai ad una riviera dove trovai i miei Indi, i quali insieme coi cristiani mi teneano già per morto, e sempre credettero che qualche vipera m'avesse morso. Ebbero tutti gran piacere di vedermi, e principalmente i cristiani, e mi dissero che insino allora aveano camminato con molta fame, e per questo non mi erano venuti cercando: e quella notte mi diedero delle tune che aveano. Il dí appresso ci partimmo di quivi e andammo in luogo dove erano molte tune, con le quali tutte sodisfecero alla gran fame che avevamo; e noi cristiani ringraziammo molto il nostro Signore Iddio, che non ci mancava mai di rimedio.
      Il dí seguente, la mattina vennero da noi molti Indi, e menavano seco cinque infermi che stavano attrati e molto male, e venivano a cercar Castiglio che li medicasse; e ciascuno degli infermi offerse l'arco suo e le frezze, ed egli le prese, e a posta di sole gli benedisse e raccommandò a Dio: e tutti lo pregammo con piú devozione che potemmo che lor desse sanità, poiché vedevo che non vi era altro rimedio per fare che quella gente ci aiutasse, e potessimo uscire di cosí miserabil vita: e la somma bontà sua lo fece tanto misericordiosamente che, venuta la mattina, tutti si levarono cosí sani e gagliardi come se mai non avessero avuto alcun male. Questo cagionò a loro molta maraviglia, e a noi risvegliamento a rendere infinite grazie a nostro Signore, e che piú intieramente conoscessimo la gran bontà sua, e tenessimo ferma speranza che ci avesse da liberare e condurci in luogo dove lo potessimo servire; e di me io so dire che sempre ebbi ferma speranza nella sua misericordia, che m'avesse da levare di quella cattività, e cosí lo dissi sempre co' miei compagni.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





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