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      Stando io con gli Aguenes, a mezzanotte sopravenner loro i nemici all'improvviso e assalirongli, e n'uccisero tre e ferironne molti, di sorte che se ne fuggirono per il monte avanti; e poi, sentendo che i nemici se n'erano andati dalle lor case, essi ritornarono, e raccolsero tutte le frezze che coloro aveano tirate, e piú copertamente che poterono li seguirono. E quella notte vennero alle lor case senz'esser sentiti, e vicino all'alba gli assalirono e ne ammazzarono cinque de' loro, senza molt'altri che ne ferirono, e gli fecero fuggire e lasciar le case e gli archi con tutta la roba loro: e indi a poco spazio vennero le donne di quei che si chiamavano Quevenes, e si poser tra loro e gli fecero amici, quantunque alcune volte elle sieno principio della guerra. Tutte queste genti, quando tengono inimicizie particolari, se non sono d'una stessa famiglia si uccidono di notte con aguati e tradimenti, e usan tra loro gran crudeltà.
      Questa è la piú sollecita gente per una armata di quante io ne ho mai vedute al mondo, percioché, se temono de' loro nemici, tutta la notte stanno svegliati co' loro archi appresso e con una dozena di frezze, e colui che dorme tasta l'arco suo, e se non lo truova in corda gli dà la volta che gli bisogna. Escono molte volte delle lor case e vanno bassi bassi per terra, in modo che non possono esser veduti, e guardano e spiano per ogni parte per sentir che si fa, e se alcuna cosa sentono in un punto sono al campo con gli archi loro e con le frezze, e vanno scorrendo insino al giorno qua e là, dove veggono o sentono che bisogni, o pensano che possano essere i nemici.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





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