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      Questo ho voluto raccontare perché, oltre che ciascuno è desideroso di sapere i costumi e gli esercizii degli altri, quei che alcune volte si verranno a veder con essi sieno avisati de' lor costumi e arditezze, che sogliono molto giovare inverso tali.
      Voglio similmente raccontare le nazioni e lingue che sono tra essi, dall'isola di Malhada insino agli ultimi Cuchendadi. Nell'isola di Malhada sono due lingue: questi si chiamano Cavoques, quegli altri di Han. In terra ferma, a fronte a quell'isola, sono altri che si chiamano di Carruco, e pigliano tal nome dai monti dove vivono; avanti nella costa del mare sono altri che chiamano Deguenes, e in fronte a questi sono altri che chiamano di Mendica. Piú avanti nella costa sono i Quevenes, e a fronte a questi dentro in terra ferma sono i Mariames, e andando per la costa avanti sono altri chiamati Guaicones, e in fronte a questi dentro in terra ferma l'Iguazes. In capo a questi sono altri che chiamano gli Ataios, e dietro a questi altri che chiamano Acubadaos, e di questi sono molti per questa riviera avanti. Nella costa vivono altri chiamati Quitoles, e in fronte a questi dentro in terra ferma i Avavares, e con questi si uniscono i Maliacones e i Cultalculches, e altri che si chiamano Susolas, e altri chiamati Comos, e davanti nella costa stanno i Camoles, e nella medesima costa avanti sono altri che noi chiamiamo quei de' fichi. Tutte queste genti tengono abitazioni e popoli e lingue diverse: tra costoro è una lingua nella quale, dicendo agli uomini "guarda qua", dicono arraca e ai cani dicono xo.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





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