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      E tra costoro vedemmo una nuova usanza, cioè che a quei che venivano da noi a curarsi, coloro che erano prima con noi toglievano gli archi, le frezze, le scarpe e le corone se ne aveano, e dipoi che cosí l'avevano lor tolte ce li menavano inanti perché li medicassimo, e medicati che gli avevamo se n'andavano molto contenti, dicendo che erano sani. Cosí ci partimmo da costoro e andammo ad altri, da' quali fummo molto ben ricevuti, e ci menarono i loro infermi che, benedicendoli noi, diceano che erano sanati: e chi non sanava credeva che potessimo sanarlo, e per quello che lor diceano gli altri che noi curavamo, faceano tanta festa e balli che non ci lasciavano dormire. Partiti da costoro andammo dove erano molt'altre case, e qui cominciò un'altra nuova usanza, cioè che, ricevendoci ciascuno molto bene, coloro che venivano con noi toglievano loro tutta la robba e loro saccheggiavano le case, senza lasciar loro cosa alcuna: il che a noi dispiacque molto, vedendo cosí tristi portamenti verso quei che con tanta cortesia ci riceveano, e temendo ancora che tal cosa cagioneria qualche alterazione o scandolo tra loro. Ma, non essendo noi bastanti a rimediarvi e a castigar quei che lo faceano, ci convenne per allora soffrirlo, finché ci vedessimo d'aver tra loro piú autorità. E cosí ancora quei medesimi che perdeano le robbe, vedendo il dispiacer nostro, ci consolavano, dicendo che di ciò non ricevessimo dispiacere, che essi erano tanto contenti d'averci veduti che aveano per bene impiegata la robba loro, e che avanti sarebbono pagati da altri che erano molto ricchi.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486