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      E cosí andando con costoro passammo un gran fiume, che veniva dalla parte di tramontana, e passate alcune pianure di 30 leghe, trovammo molta gente che molto di lontano veniva a riceverci, e uscivano alla via onde noi avevamo da passare, e ci riceverono nel modo che aveano fatto gli altri.
      Di qui avanti tennero altro modo di riceverci in quanto al saccheggiarsi, percioché coloro che uscivano alla strada a portarci alcuna cosa non erano saccheggiati da quei che venivano con noi, ma, dipoi che eravamo entrati nelle case loro, da se stessi ci offerivano quanto aveano e le case ancora. Noi davamo tutto ai principali, che la dividessero tra loro, e sempre quei che rimanevano cosí spogliati ci seguitavano, onde ci cresceva molta gente per sodisfarsi della lor perdita, e diceano agli altri che si guardassero di non asconder cosa alcuna, perché non potea esser che noi non lo sapessimo, e faremmoli morir tutti di subito. Erano tanto grande le paure che loro metteano che, i primi giorni che stavano con noi, stavano sempre tremando e senza ardir di parlare né d'alzar gli occhi al cielo. Costoro ci guidarono per piú di cinquanta leghe di paese diserto e montagne molto aspre, e per esser tanto secche non vi era caccia alcuna, onde sopportammo molta fame. Alla fine, passati un fiume molto grande, che l'acqua ci dava fino al petto, cominciarono molti di quei che venivano con noi a lamentarsi per la molta fame e travaglio che avevano patito per quelle montagne, le quali erano estremamente aspre e travagliose.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486