A Dio nostro Signore piaccia che nei giorni della M.V. e sotto l'imperio e poter suo questa gente venga ad essere veramente e con intera volontà soggetta al vero Signore, che gli ha creati e ricomperati: il che tenemo per certo che sarà fermamente e che la M.V. sarà quella che lo metterà ad effetto, che però non sarà cosa tanto malagevole a farsi, perché, duemila leghe che noi andammo senza fermarci, non trovammo mai sacrificii né idolatrie. In questo tempo attraversammo da un mare all'altro, e, per la notizia che con molta diligenza procurammo d'avere, dall'una costa all'altra per lo piú largo possono essere dugento leghe, e intendemmo che nella costa del mare del Sur sono perle e molte ricchezze, e che tutto il migliore e piú ricco sta quivi vicino.
Nella villa di San Michele stemmo fino a' 15 del mese di maggio, e la cagione perché tanto vi ci fermassimo fu perché di là insino alla città di Compostella, dove il governator Nunno di Gusman facea residenzia, sono cento leghe, e il paese è tutto disabitato e di nemici, e convenne che venisser con noi altre genti ad accompagnarci, tra' quali n'erano 40 a cavallo, e ci accompagnarono fino a 40 leghe e de lí avanti vennero con noi sei cristiani che menavano 500 Indi fatti schiavi. E arrivati in Compostella, il governator Nunno ci ricevé molto benignamente, e di quello che avea ci diede da vestire, il qual vestito io per molti giorni non potevo portare, e non potevamo dormire se non in terra. E passati dieci o dodeci giorni partimmo per Messico, e per tutto fummo ben trattati da' cristiani, e molti ci uscivano a veder fra via, e ringraziavano molto Iddio nostro Signore che ci avesse liberati da tanti pericoli.
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