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      Arrivammo a Messico la domenica, un dí avanti della vigilia di san Giacomo, dove dal viceré e dal marchese della Valle fummo molto ben trattati e ricevuti con molto piacere, e ci diedero da vestire e ci offerirono tutto quello che aveano, e il dí di san Giacomo si fecero feste e giuochi di canna e tori.
      Dipoi che in Messico ci fummo riposati duoi mesi, io me ne volli venire in questi regni, e andando ad imbarcarmi nel mese d'ottobre, venne una tempesta che diede col navilio a traverso e perdettesi: il che vedendo, io mi disposi di lasciar passare il verno, perché in quelle parti è tempo molto forte per navigare. Dipoi la quaresima ci partimmo di Messico Dorante e io per la Veracroce per imbarcarci, e quivi stemmo aspettando tempo fino alla domenica delle palme, che ci imbarcammo, e stemmo imbarcati piú di 15 giorni per mancamento di tempo, e il navilio dove stavamo facea molta acqua. Io mi partii di quello e andai in un altro di quei che stavano per partire, e Dorante si rimase quivi. E a' dieci d'aprile partimmo del porto tre navilii e navigammo insieme centocinquanta leghe, e per cammino i duoi navilii faceano molta acqua, e una notte ci perdemmo dalla compagnia loro, percioché, per quanto dipoi si conobbe, i pilotti non s'assicurarono di passare avanti con quei navilii e se ne tornarono di traverso al porto onde eravamo partiti, e non ci fecero motto: e noi altri seguimmo il viaggio nostro, e a' 4 di maggio arrivammo nel porto della Havana, che è nell'isola di Cuba, dove stemmo aspettando gli altri due navilii, credendo che verrebbono.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





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