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      Quivi me ne stetti riparando la gente e i cavalli fino al giovedí, sempre mandando messaggieri al cacico, accioché venisse con me in atto di pace, perché mi dissero che s'era ritirato ad un'altra provincia vicina a quella, chiamata Cuinaquiro, che è d'un'altra signoria e d'un altro linguaggio. Ma veduto che non volea venire, io mi parti' per cercarlo, essendomi stato detto che aveva molta gente con seco, avendo lasciato nel campo il capitan Francesco Verdugo, uomo molto onorato e antico conquistatore di quei paesi; e avendo quel giorno medesimo passato una selva e un monte, i cavalli scoprirono molta gente di guerra in una costa d'esso e n'uccisero certi. Io posi in ordine la gente e segui' il cammino che mi fu detto che aveano tenuto, ma giamai m'incontrai con essa, per esser la selva molto folta.
     
     
      Nunno entra nella provincia Cuinaquiro seguendo il cacique di Cuinao, per viaggio e luoghi molto difficili: la scuopre con molte terre abitate e abondantissima di frutti, vede molti Indiani sacrificati, molte volte combatte e ne riporta vittoria.
     
      Entrai nell'altra provincia che ho detto, dove erano molte terre abitate e grande abondanzia di maiz e frutti del monte, e vi trovammo molta gente morta sacrificata che era della provincia passata, che quivi s'era ritirata per tema di noi, con molte membra di carne che usano essi di mangiare, che ai nostri non dispiaceva di mangiarne, benché alcuni dicessero esser castroni, come dirò poi. Si trovò qualche gente di quella provincia, cosí d'uomini come di donne, la cui lingua niuno intendeva, e molto piú della provincia passata; portano gli uomini di questa provincia barbe di paglia.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





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