E secondo quel che dicono coloro che si sono trovati nella Nuova Spagna e nell'altre parti con questa gente, non si sono visti ancora i piú coraggiosi né valenti Indiani di questi; portano archi e frezze, mazze e spade a due mani di legno, fromba e alcune rotelle, e loro molto impiumati e tinti, perché si
pensano che col farsi cosí brutti, ancorché di lor natura non sieno molto belli, parendo diavoli, hanno da mettere paura ai cristiani. E alcuni de' nostri che quivi caddero da cavallo vennero alle braccia con esso loro, e se non si fussero aiutati con i pugnali si sarebbono trovati in gran travaglio; e uno Indo con una pietra tirata con una fromba che essi fanno di bambagio roppe una costa ad un uomo a cavallo, e recuperò uno Indiano al quale era stato passato il corpo con una lancia da una parte all'altra, e ferí tre cavalli. Questo dico perché, ancora che si sia visto che mille di loro abbino paura di tre a cavallo, nondimeno si è visto ancora esservi stato alcuno di loro che ha avuto ardire di aspettare uno da cavallo e afferargli la lancia, quantunque sia malamente ferito. Ferirono pochi cristiani e niuno cavallo vi morí, e pochi degli Indiani amici, e delli loro scamparono alcuni, ma non molti, per rispetto della rottura del fiume, dove si ridussero da mille di loro dei piú valenti, che ben si conobbe nel combattere. Temono molto i cavalli, perché hanno opinione d'essere mangiati da loro. Si ritirarono da due leghe, sempre combattendo.
Dapoi raccolsi il campo e quattro o cinque cavalli che andavano senza i lor padroni, e ritornai all'alloggiamento due ore presso il mezzodí con tutta la gente, rendendo grazie a Dio per la grazia che m'avea fatto.
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