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      Di Xalpa mi vennero tre ambasciatori a dire che volevano gli abitatori di quel luogo venire a trovarmi in atto di pace e per servir i cristiani, con certe lame d'argento in dono che erano di poca valuta, e con un idolo fatto di bambace e pieno di sangue, e un rasoio di pietra nel mezzo con che sacrificano, che penso che essi s'immaginassero che si avessino a destrugger tutti; ma non poté diffendersi dal fuoco, che non lo brucciasse al cospetto loro, di che rimasero molto spaventati. Questo fu il giorno dell'olive, e per esser la settimana santa e il paese abondante molto di maiz, determinai di farla quivi, e far l'ufficio in una chiesa che si fece in un giorno di canne, coperta di paglia assai buona, con una croce innanti e i suoi gradili in mezzo di buona grandezza; e un'altra ne feci piantar sopra il monticello che ho detto, che si vedea di lontano da tutti quei di quel paese. Si celebrò l'ufficio al meglio che potemmo per esser in luogo di guerra, e il sepolcro di nostro Signore della piú nuova maniera che si fusse veduto giamai, perché tutto fu fatto di penne ricche, e per le stazioni avemmo cinque altre case di eremitorii con alcune gran croci, che in esse rimasero: e si fece il giovedí santo una devota processione di disciplinanti di piú di trenta. E quivi lasciata tutta la gente che era stata pigliata e tolta la possessione di quella terra, mi parti' il martedí di Pasqua, e quel giorno feci l'alloggiamento in un monte disabitato; e di quivi pervenni poi ad una terra che è chiamata Tespano, che è situata sopra un fiume assai buono, piena di molte case e buone, dove era già stato il riveditore e gl'Indiani del nostro campo e l'aveano brucciata.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





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