Da Tetitlan venni due giornate per paese inabitato, e l'altro dí, prima che io giungesse ad una provincia chiamata Xalisco, mandai il mastro di campo innanzi, per veder se gli abitatori stavano in arme per voler guerra. E quivi seppi che il riveditore era due leghe lontano de lí, e passato oltre me lo fece intendere, e quando venne a Xalisco l'incontrai, che m'era venuto a rincontrar su la strada. E quantunque il viaggio di quel giorno fusse stato onestamente grande, pur me n'andai con esso lui quel giorno medesimo, che era venerdí, a Tepique, dove egli era alloggiato già tre giorni innanzi, che vi era giunto per un cammino il piú aspro e il piú difficile che si sia mai trovato, perché in quattordeci o quindeci giorni che vi consumò non andò tre dí a cavallo, per non poter andarvisi se non a piede, e gli traboccò al basso un cavallo che se gli roppe il collo, oltre che patí gran necessità di vettovaglie, perché non trovò mai niuna terra abitata di quelle che mi fu riferito che si sarebbono trovate: e ben mostravano i cavalli e le persone il gran patir che aveano fatto. Perderono per strada gran parte del bestiame che si conduceva per vivere alla giornata, che qua è tutto il capital nostro e mantenimento, che, ancora che sia il paese molto abondante di galline, nondimeno non se ne trovano sempre, perché le ritiravano ne' luoghi nascosi e secreti dei monti.
Nunno, non volendo rendergli ubidienza gli signori di Xalisco, con l'esercito per combattere gli va a ritrovare, e passa per molti luoghi contermini al mar del Sur, e di quello per S.M. prende il possesso.
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