E cosí stando viddi duoi squadroni de' nimici dai lati della strada, uno che parea di piú gente che quella dello squadrone contra il qual mi drizzai io, e tutti duoi aveano assaltato il riveditore e Ognate nell'uscir d'un boschetto, dove s'erano messi per assaltarci alle spalle, pensandosi che niun di noi dovesse scampar dalle lor mani. Io feci loro intendere che si rivoltassero contra di loro e diedi nel mezzo, ma i nemici già s'erano messi contra di me, con tanto ardire come se fussero stati Spagnuoli assuefatti tutto il tempo della vita loro alla guerra, sapendo cosí ben schifare i colpi delle lancie e scostarsi dagli urti dei cavalli come soldati accostumati in quello esercizio: e passando i nostri cavalli, subito poneano le frezze e gli archi contra i cavalli o i cavalieri. Durò il combatter due ore, che sempre andammo mescolati fra loro, i quali aveano buone arme: archi, frezze e rotelle di tartaruche assai grande, e lancie e mazze; e ancora che le lor rotelle fusser molto forti, non perciò mancarono quel giorno braccia da passarle con le lancie, insieme con chi le portavano. Avevano certe altre rotelle alcuni d'essi d'un cuoio che pareva di vacca, pensiamo che sia di danta, si fece una mortalità grande di loro, perché alcuni Indiani che furono prigioni riferirono che del squadrone che venne contra di me innanzi ne erano pochi scampati, e degli altri duoi similmente ne rimasero pochi, e piú se ne sarebbono uccisi, se non che si ripararono in certi boschetti. I piú scelti e i piú valenti di tutta la provincia vi morirono, insieme con molti loro signori.
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Ognate Spagnuoli Indiani
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