Erano benissimo adobbati di vestimenti e di pennacchi molto leggiadri, con carcassi di frezze di bel lavoro, ancora che non ci si vedesser l'oro e l'argento che diceano, e affermavano che non ci è niun quasi di loro che stia senza quelle cinte. Essendo cosí a combatter con essi, venne a darci sopra uno squadrone di piú di mille Indiani nelle bagaglie che erano già da questa parte del fiume, e come uscirono quei da cavallo contra di loro, si gettarono nel fiume uccidendone alcuni. E in vero sempre si pensarono, come ho detto, che non ne scampasse un vivo di noi, cosí ben aveano ordinato l'assalto. Io segui' poi le reliquie dei nemici posti in rotta una lega, e tornai a raccogliere la mia gente e gl'Indiani amici, per dar grazie a Dio della vittoria che ci avea concessa lo Spirito Santo, per esser suo il conquistamento, in pagamento del picciolo servigio che quel giorno gli avevamo fatto.
Del danno qual patí Nunno nella gente e ne' cavalli combattendo contra gl'Indiani. Come, doppo l'aver ringraziato Dio della vittoria, si parte e perviene ad una terra detta Sila, e d'indi al fiume della Trinità, e poi alla terra d'Omitlan, capo della provincia di Mecuacan: descrizione e fertilità di quel paese. Relazione della provincia d'Atztatlan e del regno delle Amazone.
Non fu questa vittoria cosí franca per noi che non restassino dal canto nostro feriti cinquanta cavalli, dei quali ne son morti sei, penso ben per non esser sofficientemente medicati, e a me ne toccaron duoi: e faccio sapere a V.M. che vale un cavallo quattrocento pesi di mine e piú, e per questa cagione faccio menzione d'essi.
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