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      Prese il viaggio verso ponente ed entrò nel porto di Xalisco per far acqua, e Nunno di Gusman, che allora governava quel paese, come è detto di sopra, mandò gente a proibirglielo, perché era nemico del Cortese. Passò avanti forse dugento leghe, costeggiando la terra meglio che poté, e in questo viaggio si sollevorono molti della sua compagnia, i quali fece prendere e mettere in un navilio e mandarli alla Nuova Spagna; con l'altra nave seguí il suo viaggio, ma non fece cosa che sia da contare, ancora che navicasse e stesse molto tempo che di lui non si sapesse cosa alcuna. Mandò la seconda volta due altre navi, e capitano Diego Bezera di Mendozza, i quali similmente non fecero cosa alcuna, ma furono quasi tutti morti dagl'Indiani nell'isola di S. Tomaso, quale è in gradi 20 sopra l'equinoziale, nel fiume detto Vermiglio, come si vedrà: e questo fu dell'anno 1532. Poi dell'anno 1539 armò tre altre navi, capitano Francesco Ulloa, come per relazione che qui sotto sarà scritto si vedrà. Spese per quel che fu detto, per queste armate e discoprimenti, al conto che lui dava piú di 200000 ducati, perché mandò piú gente di quelle che al principio si pensò.
     
     
      Relazione dello scoprimento che nel nome di Dio va a far l'armata dell'illustrissimo Fernando Cortese, marchese di Valle, con tre navi; chiamata l'una Santa Agata, di grandezza di dugentoquaranta botte, l'altra la Trinità, di grandezza di settanta, e la terza di San Tomaso, di quaranta; della quale armata fu capitano il molto magnifico cavaliero Francesco di Ulloa, abitator della città di Merida.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





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