tia, se lo causava o fiume o stretto; e cosí, pensando che era chiusa la costa che avevamo alla mano, ci ritornammo adietro, sempre descendendo per i nostri gradi, finché ritornammo al detto porto di Santa Croce, trovando per la costa paese ameno e piacevole, e sempre vedendoci fuochi d'Indiani con battelli di canne.
In esso porto di Santa Croce s'era determinato di pigliar acqua dolce, per correre per lungo la costa e saper quel che vi fosse, se Iddio fosse servito. Quivi ci posammo e mangiammo delle prune e pithayas, ed entrammo nel porto di Santa Croce la domenica alli diciotto d'ottobre, e in essa dimorammo otto giorni a pigliar acqua e legna, riposandoci per tutto questo tempo, accioché la gente ripigliasse forze e si rinfrescasse. Determinò il capitano che si dividessero fra noi certe vesti di taffetà e cappe e saii e una pezza di taffetà, e similmente ordinò che uscissimo in terra per prender un par d'Indiani, perché parlassero col nostro interprete, e posseder quel linguaggio; onde uscimmo in numero di tredeci compagni la notte fuor delle navi e andammo a poner l'aguato in un luogo che si chiama il pozzo di Grisalva, dove aspettammo fino al mezzogiorno fra certe strade nascose, né mai vedemmo o sentimmo Indiano alcuno, onde ce ne ritornammo alle navi con i duoi cani che avevamo menati con esso noi per poter piú facilmente pigliar l'Indiani. E nel ritornare trovammo in certe carrezze nascosi duoi Indiani, quivi venuti per spiare quel che noi facevamo, ma percioché noi venivamo insieme con i cani stanchi e senza pensieri, usciron fuori de' carrezzi questi Indiani fuggendo, e noi ci mettemmo a seguitargli, e i cani giamai gli viddero: però, per la spessezza de' cardoni selvatici e delle spine e macchie, e per essere stanchi, non gli potemmo aggiungere giamai.
| |
Santa Croce Indiani Santa Croce Iddio Santa Croce Indiani Grisalva Indiano Indiani Indiani Indiani
|