Alla ponta della Trinità pescando e con altri sollazzi dimorano tre giorni, poi navigando scuoprono dilettevoli paesi e montagne nude d'erbe, e una isola poi detta dei Cedri, non discosto alla quale patiscono aspro freddo e pioggie, e per salvarsi fanno a lei ritorno.
Incontinente demmo la vela a' venti per venire a congiungerci con la nave di S. Agata, ch'era piú di mezza lega in alto mare longi da noi: e fu questo il mercordí a' 17 di decembre. Unitici insieme, perché faceano venti contrarii ci accostammo alla ponta della Trinità, e quivi ci fermammo pescando e pigliandoci solazzo due o tre giorni, ancora che sempre con gran piova. Doppo cominciammo a navigare a poco a poco, e la notte venimmo a surgere al par di quelle montagne dove ci restarono l'ancore, e conosciuto il luogo ricevemmo non poco contento, veduto ch'aveamo camminato qualche 35 leghe, che poteano esser dal luogo dove pigliammo l'acqua: né è maraviglia che cosí ci rallegrassimo, percioché la paura che avevamo de' venti contrarii ci faceano star cosí contenti del cammino che faceamo. Il giorno della Natività santa del nostro Signore, che fu il giovedí a' 25 del detto mese, ci cominciò Iddio per sua misericordia a farci grazia di darci un vento fresco quasi alla poppa, che ci fece passare il pareggio di quelle montagne di dieci o 12 leghe, trovando sempre la costa piana, e per dentro a due leghe, che passavamo cosí di longo per la terra, e fra queste montagne era molto spazio di terra piana, agli occhi nostri molto appariscente, ancora che altri fussino d'altra opinione
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