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      Dalli ventiotto di decembre camminammo fino al giovedí d'anno nuovo 1540, e potemmo andare qualche quaranta leghe per certe rivolte e seni che erano in quella costa e certe montagne alte coperte di certe erbe di colore di ramerino, da una banda pur verso il mare molto pelate e arse, e piú verso la cima si vedeva sassi che tiravano in color rosso; e piú innanzi a queste si vedeva certe montagne bianche, e cosí si mostrava esser tutto quel che si vedeva, fino ad una punta che si scorgeva innanzi, di montagne cosí arse e rosse e bianche e senza niuna sorte di erba né albero, di che ci maravigliammo pur assai.
      Questo dí d'anno nuovo vedemmo vicino a terra due isolette picciole, e sentimmo gran piacere di vederle, percioché andavamo paurosi molto che i venti contrarii non ci facessino ritornare adietro in un dí quel che avevamo navigato in dieci, che, se ci avessero assaltati, non ci potevamo difendere. Camminammo dal primo dí di gennaro fino al lunedí, che furono cinque giorni: sempre la terra correva verso il maestro di queste montagne che ho detto, e la domenica vedemmo per la prora da lontano un paese alto, alquanto appartato dall'altra terra della costa, e tutti cominciammo a far giudicio ch'era la terra che si rivoltava al maestrale, perché da quella banda i pilotti dicevano che avean speranza di trovar miglior paese. E il detto lunedí, che fu ai cinque di gennaio, arrivammo a questo paese alto ch'io dico, ed erano due isole, l'una picciola e l'altra grande: passammo longi da queste due isole qualche sei leghe, e parevano verdi, e nella cima apparivano molti alboretti alti, e al parer nostro poteva essere questa isola di circuito fino a venti leghe.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486