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      E giunti alla spiaggia, fu trovata certa acqua, della quale empiemmo utri fatti delle pelle di quei lupi marini, che ciascuno teneva meglio di una gran secchia d'acqua. L'altro dí comandò il capitano che dessimo la vela a' venti, onde navigando con tempo fresco a due leghe di terra di questa isola, andando circuendola per vedere il capo d'essa e similmente per avicinarci alla terra ferma in certificarne di quel che fosse, per averci visti cinque o sei fuochi, la circondammo, perché venivamo con ciò a far due o tre cose buone, che per essa noi ritornammo al nostro dritto viaggio, e ci certificavamo se della costa di terra ferma usciva fiumana veruna, e se v'erano alberi e se si vedeva quantità d'Indiani o no. In questo modo andandocene navigando tutto il venerdí, alli sedeci di gennaio, essendo già notte e volendo spuntare la punta di questa isola, ci sopragiunse una tramontana cosí gagliarda e contraria che ci fece ritornare quella notte al par degli alloggiamenti e abitazioni degli Indiani, e quivi ce ne rimanemmo il sabbato, nel quale ci si smarrí di nuovo la Trinità: però al tardi la vedemmo poi la domenica alli diciotto, e cominciammo a seguire il nostro cammino per circundar quell'isola, se fosse piaciuto a Dio di darci buon tempo.
      Domenica, lunedí e martedí, che fummo alli venti d'esso mese di gennaio, navigammo con venti deboli e contrarii, e al fin giungemmo fin quasi al capo della punta dell'isola, chiamata l'isola dei Cedri perché nella cima delle montagne d'essa vi è una selva di questi cedri, molto alti, come è la natura d'essi.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





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