Eravamo lontani dal paese di cristiani e dal porto di Colima (ch'è il primo porto dove aveamo risoluto di far la prima scala) qualche 300 leghe, e nel passar oltre una lega dalla nave Trinità, il capitano Giovanni Castigliano ordinò che salutassimo con tre colpi d'arteglieria, ed ella ci rispose con altri tre, e dopo noi rispondemmo a lei ciascuna con due tiri. Navigammo il lunedí e martedí fin al mezzodí con vento contrario a vista dell'isola, e al mezzodí ci diede vento fresco in poppa, che ci portò allo incontro delle capanne degl'Indiani, dove togliemmo quelle pelle de' lupi marini: e quivi saltarono nel battello alcuni soldati e marinari col padre frate Antonio di Melo, portando i cuoi, e gli gettarono in dette capanne donde erano stati già tolti, e se ne ritornarono alla nave. Questo giorno si calmò il tempo, onde ci bisognò quivi surgere incontanente, temendo di ritrovarci in affanno se le vettovaglie ci fussero mancate per stare quivi in lungo tempo; ma Iddio, che è vero rimediatore, ci rimediò meglio che noi non meritavamo né pensavamo, che, passata la mezzanotte cosí surti e venuto il mercoledí, innanzi le dieci ore ci cominciò a favorire un vento fresco di siroco che ci tirò in mare, dove usciti ci sopragiunse un maestrale cosí buono e durabile che in sei giorni ci condusse fino al capo della punta del porto di Santa Croce, di che demmo infinite grazie a Dio per averci fatto sí gran bene, e quivi cominciando a mangiar piú largamente che non avevamo fatto per l'adietro, percioché, per tema che ci mancasse la vettovaglia, avevamo mangiato molto parcamente.
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