Dice come fra Marco da Nizza arrivò alla provincia di Tropera, dove trovò tutti gl'Indiani fuggiti alle montagne per paura de' cristiani, e che per amor suo tutti discesero per trovarlo con grande allegrezza e sicurtà. Sono uomini ben disposti e piú bianchi che gli altri, e le donne piú belle. Non vi sono città grosse, nondimeno le case son fatte di pietra e molto buone, e in quelle hanno dell'oro assai, ch'è come perso, per non se ne servire di quello in alcun uso. Gli abitanti portano smeraldi e altre gioie di valore sopra la persona; sono valenti, e hanno armi fatte d'argento molto forte, fatte in diverse figure d'animali. Adorano le cose ch'hanno in casa, come saria a dir erbe e uccelli, per suoi dei, e gli cantano orazioni nella sua lingua, la qual è poco differente da quella di Culnacan. Dissero al frate che volevano esser cristiani e vassalli dell'imperadore, perché loro stavano senza governo, con condizione che non gli facesse danno, e che cambiariano quell'oro in quelle cose che gli mancano e non hanno appresso di loro. È stato comandato che siano ricevuti senza fargli dispiacere.
Appresso di questa v'è un'altra provincia, che si chiama Xalisco, già discoperta per gli nostri, dove gli uomini vanno nudi senza alcuna cosa davanti. Questi molto difficilmente si fanno cristiani. Son valenti e bravi; le sue abitazioni son di paglia, non attendono ad altra ricchezza se non a pascere bestiami. Vanno a' tempi ordinati a' suoi sacrificii in una valle che è in quella provincia, abitata da genti che per quelli del paese vengono reputati come santi e sacerdoti, e gli chiamano Chichimecas, i quali abitano alla foresta senza case, mangiano quello che gli danno quelli della terra per elemosina, vanno nudi e tinti di caligine, portano il membro ligato con una cordella al ginocchio, e le femine similmente nude del tutto.
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