Con l'aiuto del Signor Iddio io partirò da questa terra di S. Michiel di Culnacan per Topira alli dieci d'aprile, e non potrà esser avanti, perché allora sarà venuta la polvere e la corda che mi manda Vostra Signoria, e penso che debbi esser già in Compostella; e oltra di questo ho da camminare tante leghe all'intorno di montagne altissime che vanno in cielo, e un fiume ch'è al presente cosí grosso e gonfio che non v'è luogo dove si possi guadarlo, e partendo al tempo sopradetto dicono che si potrà guazzare. Mi avevano detto che di qui a Topira non v'erano piú di cinquanta leghe, e ho saputo che ve ne sono piú di ottanta. Non mi ricordo se ho scritto a Vostra Signoria la relazione che tengo di Topira, nondimeno, ancorché l'abbi fatto, perché dapoi qui mi sono informato d'alcune cose di piú, mi par di scriverle a Vostra Signoria in queste mie. Sappia adunque quella che mi dicono che Topira è una provincia molto popolata, posta fra due fiumi, e che vi sono piú di cinquanta luoghi abitati, e che piú avanti di lei v'è un'altra provincia maggiore (e non mi seppero dire gl'Indiani il nome di quella) dove vi sono molte vettovaglie di maiz, fasoli e axi, melloni e zucche, e copia grande di galline del paese. Portano adosso gli abitatori oro, smeraldi e altre pietre preziose, e si servono ordinariamente con oro e argento, col quale cuoprono le case; e li principali portano a torno al collo catene d'oro grosse e ben lavorate, e vanno vestiti con coperte dipinte. E vi sono molte vacche, ma non domestiche.
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