Con questi Indiani in capo di venti dí ritornarono da circa quattrocento uomini, i quali, venuti avanti il governatore, li dissero che loro venivano da parte di tutti gli abitatori a dirli che desideravano vedere e conoscere quelli che li facevano tanto bene, come è lasciarli ritornar a casa sua, e che seminassero maiz per poter mangiare, perché erano molti anni che andavano fuggendo per li monti, nascondendosi come fiere salvatiche per paura che non li facesser schiavi, e loro e tutti erano apparecchiati di far quel che li fosse comandato. Li quali il governatore consolò con buone parole, e feceli dar da mangiare, e ci tenne seco tre o quattro dí: e in quelli giorni i religiosi frati gl'insegnarono a farsi la croce e nominare il nome di Iesú Cristo nostro Signore, ed essi con grande efficacia procuravano di saperlo. Passati questi giorni li rimandò a casa sua, dicendoli che non avessero paura ma che stessero cheti, donandoli veste, paternostri, coltelli e altre cose simili, le quali io gli avevo date per simili effetti. Li detti se n'andarono molto contenti, e dissero che, ogni volta che li mandasse a chiamare, loro e molti altri verriano a far quello che li comandasse.
Preparata l'entrata di questa maniera, fra Marco col suo compagno, passati dieci o dodeci giorni, col nero e con altri schiavi e Indiani che io gli avevo dati si partirono. E perché io similmente avevo notizia d'una provincia che si chiama Topira, situata tra montagne, e avevo ordinato col governatore che tenesse modo di saper quel che l'era, tenendo questo per cosa principale, determinò d'andar in persona a vederla, avendo posto ordine col detto religioso che per quel luogo della montagna daria la volta a congiungersi con lui ad una villa dimandata Deloz Corazones, 120 leghe da Culiacan.
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