Questi Indiani mi ricevettero molto bene, e volsero saper con diligenza il giorno che mi parti' da Vacapa, per potermi proveder nel viaggio al ritorno del vivere e del dormire. Mi menavano avanti alcuni ammalati accioché gli sanassi, procuravano di toccarmi la veste, mi dettero alcuni cuoi di vacca, tanto bene acconci e lavorati che da quelli si poteva estimar essere stati fatti da uomini molto civili, e tutti dicevano che venivano da Cevola. L'altro giorno seguitai il mio cammino menando meco li Pintadi, quali non mi volsero lasciare. Arrivai ad un altro villaggio, dove fui ben ricevuto dalle genti di quello, i quali similmente procuravano di toccarmi la veste, e mi dettero notizia della terra la qual io sapevo cosí particolarmente come avevo avuto da quelli per avanti, e mi dissero come da quel luogo era andata gente con Stefano Dorantes quattro o cinque giornate: e qui trovai una croce grande, che Stefano mi aveva lasciato per segno che la nuova della buona terra cresceva, e ordinò che mi dessino molta pressa, perché m'aspetteria al capo del primo del disabitato. Qui io posi due croci e presi il possesso conforme alla instruzione, perché quella terra mi pareva esser migliore di quella ch'avevo lasciato adietro, e che mi conveniva fino lí far un atto di possessione. E in questa maniera andai cinque giorni, trovando sempre luoghi abitati e grande ospitalità e ricevimenti, e molte turchese e cuoi di vacca, e la medesima relazion della terra. Quivi intesi che doppo due giornate ritroveria un paese disabitato, dove non v'è da mangiare, ma che già era stato prevenuto di farmi case e portarmi vettovaglia: per il che sollecitai il cammino, pensando di trovar al fin di quello Stefano, perché in quel luogo mi mandò a dire che 'l mi aspetteria.
| |
Indiani Vacapa Cevola Pintadi Stefano Dorantes Stefano Stefano
|