Entra in una valle disabitata, e dagl'Indiani non gli č lasciato patire alcuno incommodo. Seguendo il viaggio entra in paese fertile, e gli č dato certezza, sí come prima, del stato di Cevola e di Totonteac, e che la costa del mare a trentacinque gradi volge molto a ponente, e delli regni di Marata e Acus.
L'altro dí entrai nel disabitato, e dove avevo a desinare trovai case fatte, vettovaglie a bastanza appresso ad un rivo d'acqua, e alla notte trovai case e similmente vettovaglia, e cosí trovai per quattro dí che durň il disabitato, al capo delli quali entrai in una valle molto ben abitata da gente. Nel primo villaggio mi vennero incontra molti uomini e donne con cose da mangiare, e tutti avevano turchese che li pendevano dalli buchi del naso e dell'orecchio, e alcuni avean collari di turchese, della sorte che portava il signore e gli suoi fratelli del villaggio avanti il disabitato, eccetto che quelli che gli avevano d'una sola volta e questi 3 e 4, con buona veste e cuoi di vacca, e le donne le medesime turchese nelli buchi del naso e dell'orecchie, e molte buone naguas e camicie. Quivi era tanta notizia di Cevola come nella Nuova Spagna di Temistitan e nel Perú del Cusco, e tanto particolarmente raccontavano la maniera delle case, delle abitazioni, strade e piazze di quelle, come persone che v'erano state molte volte e che si fornivano da quelle delle cose necessarie per servizio di casa sua, sí come quelli di drieto facevano. Io li diceva che non era possibile che le case fussero della maniera che mi dicevano, e loro per darmelo ad intendere prendevano terra o cenere e li buttavano sopra acqua, e mi mostravano come mettevano le pietre e cresceva lo edificio in suso, mettendoli in quello le pietre fino che gli andava in alto.
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