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      Io li domandavo se gli uomini di quella terra avevano ale per montar sopra quelli solari; si ridevano, e mi mostravano la scala, cosí ben come io la potria designare. Prendevano un legno e se lo mettevano sopra la testa, e dicevano che quella altezza era da solaro a solaro. Similmente ebbi qui relazione del panno di lana di Totonteac, dove dicono che vi sono case come quelle di Cevola e migliori e molto piú, e che è una cosa grande e che non tien capo. Qui seppi che la costa del mare si voltava verso ponente molto forte, perché fin alla intrata di questo primo disabitato ch'io passai sempre la costa s'andava mettendo verso tramontana: e come cosa che importa molto il voltar della costa, lo volsi saper e vedere, e cosí fui in dimanda di quella, e viddi chiaramente che lí a 35 gradi la volge al ponente, del che minor allegrezza non ebbi che della buona nuova della terra. E cosí mi ritornai a proseguire il mio cammino, e fui per quella valle cinque giorni, la qual è abitata da bella gente, e tanto abondante di vettovaglie che basteria per dar da mangiare a piú di tremila cavalli; adacquasi tutta, ed è come un giardino. Sono li borghi e casali mezza lega e un quarto di lega, e in ciascuno di questi villaggi trovavo molto larga relazione di Cevola, e tanto particolarmente mi raccontavano di quella, come gente che va ogni anno a guadagnar il suo vivere.
      Qui trovai un uomo naturale di Cevola, il qual disse esser venuto lí fuggendo il governatore o la persona che v'è posta per il signore, perché il signore di queste sette città vive e tiene la sua residenzia in una di quelle, che si chiama Ahacus, e nell'altre tien posto persone che comandano per lui.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





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