Pagina (761/1486)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Il che fecero, perché mi portarono certi mantelletti rotti e alcune turchine: rimasero di aver a descendere dai loro poggi e ritornarsene con le lor moglie e figliuoli alle lor case, e che sarebbono cristiani, e che averiano riconosciuto sua Maestà per lor re e signore. E fin qui ancora tengono in quei lor forti le donne e figliuoli e tutto il bene che hanno. Gli comandai che mi volessero dipinger un panno degli animali di che hanno notizia in quel paese, e, cosí cattivi pittori come sono, mi dipinsero presto due tele, una degli animali e l'altra d'uccelli e pesci. Dicono che condurranno i loro figliuoli, accioché i nostri religiosi gl'insegnino, e che desiderano di saper la nostra legge; e affermano che sono piú di cinquanta anni che si disse fra loro che doveva venire una gente della sorte di noi altri, e dalla banda che siamo venuti, e che avea a soggiogar tutto questo paese. Quel che adorano questi Indiani, secondo che s'ha inteso fin qui, è l'acqua, perché dicono che la gli genera il lor maiz e gli sostenta la vita, e che non sanno altra ragione se non che cosí facevano gli antichi loro.
      Ho procurato con ogni sforzo possibile di sapere dai naturali di questi popoli se hanno notizia d'altre genti, provincie e città, e mi dicono di sette terre che stanno lontane di qua, che sono come queste, ancora che non abitano case come queste, ma sono di terraccia e picciole, e che fra loro si raccoglie molto bombaso. Il primo di questi quattro luoghi di che hanno notizia dicono che si chiama Tucano, e non mi danno chiarezze d'altri, e credo che non mi dicano il vero, con pensiero che in ogni modo io mi abbia da partir presto da loro e tornarmene adietro: ma di ciò rimarranno presto ingannati.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





Maestà Indiani Tucano