Mando don Pietro di Tovar a vederlo con la sua compagnia e con alcuni altri da cavallo, e non averei spacciato questo plico alla Signoria Vostra finché non avesse saputo quel che n'è, se avessi considerato che in dodeci o quindeci giorni si fosse potuto aver nuova da lui, perché per il meno si tarderà trenta dí: ed esaminato che questa notizia importi poco e che già i freddi e l'acque si avicinano, mi parve di dover fare quel che Vostra Signoria mi comandava per sua instruzione, che è che subito che io fosse quivi la dovesse avisare, e cosí faccio con mandar la sola relazione di quel che ho veduto, che è ben cattiva, come ella vedrà.
Io ho determinato di quivi mandar per tutto il contorno per avere notizia d'ogni cosa, e patir prima ogni esterminio che lasciare questa impresa, di far il servizio di sua Maestà, se qua si troverà a farlo, e non mancarvi di diligenza, intanto che Vostra Signoria mi ordini quello che averò a fare. Noi abbiamo gran carestia di pascoli, e saperete anco che fra tutti quei che son quivi non v'è una libra d'uva passa, né zucchero, né olio, né vino, eccetto qualche mezza quarta che v'è riserbata per le messe, che tutto s'è consumato e parte perduto per la strada. Ora ella potrà provederci di quel che le parerà, e se penserà di volerci mandare bestiame, sappia che bisognerà per il meno tardar un anno nel cammino, che in altro modo e piú presto non vi verrà niuno. Io averei voluto mandar a Vostra Signoria con questo spaccio molte mostre di cose che sono in questo paese, però il viaggio è sí lungo e aspro che mi è difficile a farlo.
| |
Pietro Tovar Signoria Vostra Vostra Signoria Maestà Vostra Signoria Vostra Signoria
|